06/10/09

un giorno di ordinaria follia

Che certe volte ti fermi a pensare...

Mentre il mondo continua a girare con i suoi frenetici giri di vite.

Tu sei li fermo e rifletti e fai a te stesso una domanda, la domanda che la società contemporanea ti ha mentalmente plagiato e lobotomizzato di modo da non doverla formulare mai.

Perché potresti uscire da quei binari di standard produttivi, di vita perfetta che potrebbe mandare a fanculo il complesso ingranaggio sociale.

E' di questo la società ha il recondito timore. Se perde un'ingranaggio non è una grossa perdita perché verrà rimpiazzato immediatamente, migliaia di burattini vengono coniati ogni giorno, ma se quell'ingranaggio comprende, si mobilita, agisce può convincere un secondo ingranaggio che a sua volta si ferma, quello, è un focolare di rivolta.

Nei loro schermi di controllo si accendono vari LED d'allerta.

Rosso magenta.

Un sibilo acuto, intermittente, stridulo segnala l'avverarsi del timore massimo..

ALLARME RIVOLTA...PERICOLO RIVOLUZIONE..

Tutti gli illustri ingranaggi "pazzi" che si sono susseguiti nella storia sono stati bistrattati alla stregua di criminali, reietti della società, costretti alla resa, annientati.

Solo qualcuno ha continuato nell'impresa ben ancorato ai suoi ideali di libertà, ma comunque costretto ad umilianti tentativi di annientamento dai suoi simili cresciuti con la consapevolezza che chi non segue il branco è marcio, un subdolo parassita ingrato.

Tale domanda è ...

Io nel mondo che ruolo ho?

Di questa domanda non conosco la risposta, non la sapevo ieri, non la so oggi ne tanto meno non la saprò domani.

C'è un progetto già scritto nelle mie oscure viscere cerebrali che mi organizza il futuro.

So che devo far parte di una catena produttiva già tracciata e già percorsa e vissuta da milioni di individui prima di me e milioni di individui si preparano come me a prenderne parte.

Nasci e già dai primi anni ti inculcano delle nozioni, e tu cresci e continui ad assimilare come una spugna. Nozioni sempre più complesse a seconda del locale in cui ti trovi.

Obiettivo minimo diploma, se non tagli almeno questo traguardo sei quasi inutile un pezzo difettoso, un elemento sotto la media, costretto a svolgere lavori di bassa manovalanza, poco gratificanti e poco influenti come operai e muratori, fondamenta essenziali per i settori industriali e artigianali, ma pur sempre considerati di basso rango (sto analizzando semplici questioni di costume , quello che realmente la società pensa di loro. Tengo a precisare che non nutro nessuna forma di astio nei confronti di queste o di altre categorie di lavoratori di cui fanno parte anche parenti e amici).

Ora puoi prendere parte al mondo del lavoro, l'apprendimento è finito ora puoi, ora devi produrre e rendere qualcosa alla società, sempre questa ti dice che è bene creare una famiglia. Un nucleo familiare rende felici e le persone felici mobilitano il mercato. Così per anni lavori, prendi decisioni, organizzi e vivi come ti hanno insegnato con l'utopica diligenza del buon padre di famiglia. Fai la brava formichina previdente che lavora e acquista e quindi fa girare il mercato e poi risparmia e quindi fa ingrassare le banche, che contemporaneamente ti annientano con mutui di cinquant'anni che devi sudare sangue per pagare mensilmente.

Nella quotidianità sei bombardato dalla pubblicità, giornali, TV, in strada, nel cielo ovunque vieni istigato a comprare cose, oggetti di cui non hai nemmeno bisogno. I telegiornali ti fanno vedere cose per cui sei programmato a provare disgusto e orrore e ti fanno capire che tu sei nel giusto e che devi continuare così da bravo a produrre.

Ormai sei perfetto, un esperimento perfettamente riuscito.

Durante la vita puoi, devi, diffondere la conoscenza, educhi la tua prole (controllo demografico garantito con premi sulle nascite) come hanno fatto con te di modo che, un giorno, possa prendere il tuo posto e continuare il progetto.

Ambientate tutto questo in un paese nell'entroterra di un'isola.

E' sorprendente cosa può generare il sodalizio fra una mentalità redrogada e un sistema nichilistico. Tutti i dogmi e pregiudizi vengono accentuati, raddoppiati (il rinnovamento tecnologico subisce l'effetto contrario stranamente) e quindi il pregiudizio regna sovrano e va a braccetto con la fobia di massa.

Cappelli lunghi e tatuaggi sono sinonimo di sbandato e quindi pericoloso.

Orecchino o piercing uguale drogato più la naturale predisposizione all'omosessualità.

Potrei citarvi tantissime di queste tristi concezioni, ma voglio ritornare alla catena di montaggio.

Dopo aver vissuto la tua medio-lunga vita ti ritrovi in punto di morte.

Finalmente ti fermi, tiri le somme e rifletti su un'esistenza densa di sacrifici, privazioni e frustazioni.

La casa? ancora 15 rate e sarà tua.

La macchina? hai appena finito di pagare le rate della finanziaria, ma oramai è obsoleta. Alla TV delle ragazze seminude ne promuovevano la nuova versione con tutti i gadget ad un prezzo ridicolo. Cosa fai non la prendi?

E poi c'è il tuo orgoglio. La famiglia.

Tua moglie sempre al tuo fianco anche se, telenovelas e sitcom nel corso degli anni hanno minato il vostro rapporto con lo spettro del divorzio sempre in agguato.

I tuoi 3 figli, con grande gioia sono diventati medico e avvocato....il terzo con non pochi problemi si è diplomato ed è un cassiere in un grande centro commerciale, provi un poco di vergogna ogni volta che ne parli ma è sempre meglio di essere un drogato o un ladro.

Una vita relativamente colma di soddisfazioni comunque e sei stato libero di viverla.

Una lacrima righerà il tuo viso.

Libero?

Si

Libero come un uccello fuori dalla sua gabbia ma dentro una stanza chiusa.

Questo è il mio pensiero oggi. Non ho i mezzi per modificare il corso della mia vita.
No diciamo la verità non ne ho voglia e anzi ho paura di modificarla.

Però sono cosciente di che vita devo vivere, è già qualcosa, non sarò un Guido Laremi ma qualche volta anche io riuscirò ad evadere da quella stanza, fosse anche per un minuto.

E magari leggendo questo post anche qualcun'altro sarà curioso di provare.

E ne potranno seguire altri.

Chissà, magari quel LED rosso magenta si accenderà nuovamente. . . . . . .